La Giornata Mondiale degli Animali compie 100 anni

La Giornata Mondiale degli Animali, è nata nel 1925 in Germania promossa dallo scrittore e cinologo tedesco Heinrich Zimmermann, per ricordare i diritti e il benessere animale. Si svolge ogni anno il 4 ottobre, giorno della festa di Francesco d’Assisi (1182–1226), patrono degli animali, dell’ambiente, dell’ecologia.

Francesco ha celebrato la fraternità universale tra esseri umani, natura e animali, nel suo Cantico delle Creature,  chiamandoli “fratello sole” e “sorella luna”, con un profondo senso di rispetto e uguaglianza verso ogni forma di vita.

La prima si tenne   il 24 marzo 1925 a Berlino allo  Sportpalast, alla presenza di oltre 5.000 persone:  Zimmermann, noto per il suo impegno in difesa degli animali, volle richiamare l’attenzione del pubblico sulla necessità di una maggiore tutela delle specie domestiche e selvatiche.

Nel 1929, la data venne spostata al 4 ottobre, in modo da coincidere con la festa del santo di Assisi, che  aveva espresso amore e rispetto per tutte gli esseri viventi.

La svolta ufficiale avvenne nel 1931, quando venne riconosciuta ufficialmente durante il congresso internazionale per la protezione degli animali svoltosi a Firenze: i delegati provenienti da diversi paesi approvarono la proposta di Zimmermann di istituire il 4 ottobre quale data universale per ricordare la Giornata Mondiale degli Animali.

Da quell’anno in avanti, questa ricorrenza è divenuta un momento di riflessione e di mobilitazione per associazioni, istituzioni e cittadini di tutto il mondo.

La Giornata Mondiale degli Animali nasce con un obiettivo preciso: “elevare lo status degli animali e migliorare gli standard di benessere in tutto il mondo.

L’iniziativa invita governi, istituzioni e cittadini a riflettere sul ruolo degli animali nella società e sull’urgenza di garantire loro protezione, cure e rispetto.

Nella missione ufficiale si legge:La Giornata Mondiale degli Animali esiste per elevare lo status degli animali e migliorare gli standard di benessere nel mondo. È una giornata di celebrazione per tutti gli amanti degli animali.

Le attività legate alla giornata variano da Paese a Paese: conferenze, marce pacifiche, giornate di adozione, raccolte fondi, eventi nelle scuole e campagne mediatiche per diffondere la cultura del rispetto verso gli animali.

Partendo dalla prima edizione berlinese del 1925 fino alla ricorrenza globale del centenario nel 2025, la Giornata Mondiale degli Animali è ormai divenuta un appuntamento importante che unisce persone di ogni fede, cultura e paese.

Ai giorni nostri, la Giornata Mondiale degli Animali è coordinata dalla Naturewatch Foundation, con sede  nel Regno Unito, che  dal 1990 promuove questa iniziativa a livello mondiale.

Sarah Carr, coordinatrice globale, ha dichiarato che  da quando la Giornata Mondiale degli Animali è iniziata 100 anni fa, il movimento si è esteso in ogni angolo del globo. Ormai sono più di 100 gli ambasciatori della Giornata in oltre 70 Paesi.

Ogni anno viene proposto il tema centrale: per il 2025, in occasione del centenario della Giornata, il tema scelto  è “Save Animals, Save the Planet!” – “Salva gli animali, salva il pianeta” – anche per rimarcare lo stretto legame tra la tutela della fauna e la salvaguardia ambientale:Il primo passo verso il cambiamento è la consapevolezza. Attraverso una maggiore consapevolezza, possiamo migliorare gli standard di benessere animale in tutto il mondo”.

Uno dei motti ufficiali della giornata recita così: “Indipendentemente dalla tua nazionalità, religione o credo, puoi partecipare a questa giornata importante”.

Un messaggio di grande solidarietà universale, che attraversando un secolo di storia,  ci  ricorda che la convivenza pacifica tra umani, animali non umani e ambiente non è solo un’ idea astratta, ma una responsabilità concreta e condivisa.

A Roma, manifestazione nazionale uniti contro la caccia e il ddl Lollobrigida promossa da Alleanza Anti-Specista

Il 13 settembre 2025 si svolgerà la manifestazione nazionale a Roma, evento cruciale per tutti coloro che si oppongono al disegno di legge proposto dal ministro Lollobrigida riguardo alla caccia in Italia. La normativa, destinata a stravolgere la legge 157/92, rischia di calpestare l’articolo 9 della Costituzione Italiana e le norme europee, svendendo il patrimonio faunistico italiano a favore degli interessi venatori.

Il disegno di legge prospetta un futuro inquietante per la fauna selvatica italiana, trasformando il paese in un “far-west” della caccia. Questa proposta mette a rischio non solo la sopravvivenza degli animali, ma minaccia anche il lavoro delle istituzioni che si dedicano alla protezione dell’ambiente. È una segnalazione fondamentale come queste misure possono compromettere la sicurezza dei cittadini, i quali hanno diritto di fruire liberamente delle aree naturalistiche.

Tra le molteplici critiche del disegno di legge, emergono:

– La cancellazione dei limiti temporali per la stagione venatoria.
– Il ripristino della cattura degli uccelli selvatici da parte di privati.
– L’estensione delle specie cacciabili e la possibilità di cacciare praticamente ovunque.
– La riduzione delle aree protette e della vigilanza venatoria.

Queste misure violano il principio di tutela ambientale sancito dalla nostra Costituzione e mettono a pentimento il benessere delle generazioni future. Non possiamo restare in silenzio davanti a normative così aberranti e illegittime.

Insieme ad altre associazioni, Alleanza Antispecista chiede il ritiro immediato del disegno di legge e le dimissioni del Ministro Lollobrigida per la sua inadeguatezza nell’affrontare una questione così delicata e cruciale per la natura e gli animali, tutelati da leggi nazionali ed europee.

Invitiamo tutti i cittadini, e in particolare i rappresentanti del terzo settore, a far sentire la propria voce contro questa proposta legislativa, che potrebbe portare l’Italia a violare numerose leggi comunitarie e regredire nel campo della protezione ambientale. È essenziale dialogare con i propri rappresentanti politici per esprimere preoccupazione e dissenso verso queste scellerate azioni.

Il terzo settore, rappresentando milioni di cittadini, ha il potere di influenzare le scelte politiche e amministrative. Oggi, più che mai, è necessario schierarsi contro chi disprezza la natura e il progresso. Attraverso il voto e l’attivismo, possiamo assicurare un futuro speranzoso per i giovani e il nostro Paese, promuovendo un mondo antispecista unito.

E’ stata depositata presso la Corte di Cassazione a Roma la proposta di Legge di iniziativa popolare che ha l’obiettivo di ottenere l’abolizione della caccia, il rafforzamento della tutela di lupi e orsi l’aumento delle aree destinate a parco e, in ogni caso, il divieto di ingresso dei cacciatori nelle proprietà private. A presentarla le associazioni Animalisti Italiani, ENPA, LAC, LAV, LNDC Animal Protection e OIPA che, a giorni, con tutte le altre associazioni che vorranno unirsi, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvieranno la raccolta firme sulla piattaforma ufficiale online per andare oltre le 50mila firme in sei mesi, necessarie per essere discussa dal Parlamento assieme al Disegno di Legge Lollobrigida che punta a estendere sempre e ovunque la caccia più di quanto non sia già purtroppo consentito.

L’iniziativa popolare sarà pubblicata sul sito istituzionale del Ministero della Giustizia, dove ogni cittadino dotato di SPID o Carta d’ Identità Elettronica potrà sostenerla con la sua firma. Le associazioni diffondono pubblicamente il link non appena disponibile.
“Sono necessarie 50.000 firme perché la Proposta di Legge possa varcare la soglia del Parlamento, faremo tutto il possibile perché finalmente la democrazia prevalga sull’arroganza dei cacciatori e dei loro politici di riferimento disposti a svendere la vita degli animali selvatici come merce di scambio elettorale”, concludono le associazioni animaliste.

info: alleanza.antispecista@gmail.com
comunicazione.alleanza@gmail.com
Telf . 3400631104 / 3669732408
solo mess. WhatsApp sarete richiamati .

Federazione Alleanza AntiSpecista Odv 

Seconda edizione dell’università estiva ecosocialista

Si terrà a Marina di Massa dal 28 al 31 agosto 2025, la seconda Università estiva ecosocialista, organizzata da Sinistra Anticapitalista e dalla Biblioteca Livio Maitan.

Saranno presenti ospiti internazionali, studiosi e attivisti dei movimenti sociali e politici anticapitalisti europei e sudamericani.

Quattro giorni di socialità alternativa, formazione, approfondimento, critica e discussione intorno alle proposte per combattere contro le ingiustizie del capitalismo contemporaneo e la barbarie del fascismo, per la costruzione di un programma e di un movimento politico per una società ecosocialista, internazionalista, femminista.

Quattro giorni per approfondire temi quali anticapitalismo, antifascismo, antirazzismo, femminismo, antimilitarismo, sindacalismo ed ecosocialismo, la straordinaria esperienza di lotta della ex GKN di Firenze, approfondimenti storici sulla seconda guerra mondiale, la resistenza ed il dopoguerra.
Un forum specifico sarà dedicato al criminale massacro in atto del popolo palestinese.

Nel pomeriggio del 28 agosto, si partirà con un laboratorio su “I movimenti di lotta contro l’estrattivismo nelle Alpi Apuane”: un momento di approfondimento dove gli scenari di aggressione alla natura da parte del capitalismo, vengono approfonditi tenendo insieme uno sguardo globale e uno sguardo locale.

Non mancheranno momenti di socialità, con proiezioni e concerti serali nella pineta del Pioppo.
L’università ecosocialista sarà ospitata dalla casa vacanze “Il Pioppo”, in viale delle Pinete 386 a Marina di Massa, in località Partaccia. Un’accogliente struttura con una meravigliosa pineta a pochi metri dal mare.

La partecipazione ai lavori dell’Università Ecosocialista, alle proiezioni, agli spettacoli e ai concerti è completamente libera e gratuita.

Programma dell’Università estiva ecosocialista 2025: https://uniecosocialista.it/programma

Diritti animali nel cinema, il contributo di Enpa.

Tutti i film proiettati nelle sale cinematografiche vengono prima visionati da sette commissioni della Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura, composte da diversi esperti che determinano la classificazione delle opere, cioè la fascia di divieto. In ogni commissione è presente un rappresentante di un’associazione animalista, l’Enpa, in qualità di prima associazione animalista italiana, è presente in queste commissioni.

da Enpa

La classificazione che i film ricevono (“opere per tutti”, “non adatte ai minori di 6 anni”, “non adatte ai minori di 10 anni”, “vietate ai minori di 14 anni”, “vietate ai minori di 18 anni”), dipende dalla presenza o meno di contenuti potenzialmente dannosi per un minore. Tra questi contenuti, definiti “sensibili”, c’è ovviamente la categoria violenza.

Fino ad oggi tuttavia sotto questa categoria, nonostante fosse riconosciuto il ruolo dell’esperto animalista, non si faceva riferimento alla violenza e ai maltrattamenti sugli animali. Questo rendeva difficile se non impossibile sanzionare con un divieto le opere che presentavano abusi sugli animali. Quest’anno(2025) il Ministero ha deciso di rivedere i criteri con cui si assegnano i divieti ai film, dopo un lavoro interlocutorio e di revisione collettiva Enpa è riuscita a far inserire la violenza sugli animali nel testo delle linee guida con cui si classificano le opere.

Nel decreto attuativo in vigore dal 1° febbraio 2025, infatti, l’icona violenza comprende finalmente anche la violenza sugli animali:

Violenza. Si fa riferimento a tutti i tipi di violenza, da quella fisica a quella psicologica, inclusi i casi di stupro e molestie sessuali, nonché i maltrattamenti nei confronti degli animali e dell’ambiente, con riferimento non solo alla violenza fisica ma anche a forme di disprezzo, umiliazione e non rispetto dei bisogni etologici.

Questa modifica può sembrare una piccola aggiunta ma invece con essa si stabilisce un doppio importantissimo principio:

  • la gravità della violenza sugli animali è avvicinata a quella sugli uomini;
  • un’opera, anche se artistica, è diseducativa e nociva per un minore se presenta contenuti violenti o di non rispetto nei confronti degli animali.

È fondamentale comprendere che l’attenzione rispetto alle violenze sugli animali e la loro prevenzione nei diversi settori, compresi i luoghi in cui si determina cultura come il cinema, la televisione o i social media, non deve essere considerata come un’ossessione da animalisti, ma piuttosto un’azione di prevenzione della violenza in generale. E’ ormai confermata dagli esperti, una stretta correlazione tra abusi sugli animali e abusi sulle persone.

da TusciaUp


La pericolosità sociale di individui violenti sugli animali è accertata da numerosi studi scientifici che dimostrano come il maltrattamento e/o l’uccisione di animali sia un fenomeno predittivo di altri crimini. All’estero, negli ambiti della psicologia, psichiatria e criminologia, ci si riferisce a questa correlazione con la parola LINK, collegamento appunto. E Link Italia, parte della European Link Coalition, è anche il nome dell’associazione che analizza i dati forniti da studi internazionali per decodificare la relazione diretta tra crimini su animali e crimini sugli uomini.

Tra gli studi scientifici di Link Italia, è un importante punto di riferimento Zooantropologia della devianza, lavoro del 2016 condotto nelle carceri e prodotto grazie alla collaborazione con i Carabinieri Forestali e il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, da cui emerge con chiarezza come la violenza sugli animali sia l’anticamera della pericolosità sociale. Chi usa comportamenti violenti sugli animali di solito utilizza le medesime modalità anche con gli esseri umani.

Tra i dati allarmanti evidenziati dalla ricerca:

  • Il 92% di chi era finito in carcere per lesioni, aveva prima assistito e/o maltrattato e/o ucciso animali da minorenne.
  • Il 94% di chi era finito in carcere per maltrattamenti in famiglia, aveva prima assistito e/o maltrattato e/o ucciso animali da minorenne.
  • Il 90% di chi era finito in carcere per reati sessuali, aveva prima assistito e/o maltrattato e/o ucciso animali da minorenne.
  • L’87% di chi era finito in carcere per omicidio, aveva prima assistito e/o maltrattato e/o ucciso animali da minorenne.

Bisogna anche ricordare che la violenza sugli animali durante l’infanzia e l’adolescenza, possa essere un segnale preoccupante cui prestare particolare attenzione perché tra gli “indicatori”, tra i fattori di rischio per uno sviluppo di altre condotte devianti, antisociali, criminali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito la crudeltà fisica su animali, tra i sintomi del “disturbo della condotta”, anticamera del disturbo antisociale di personalità.

Anche le implicazioni dell’esposizione di un minore alla violenza sono ormai oggetto di attenzione.

Il 18 settembre 2023 le Nazioni Unite hanno ratificato ufficialmente il Commento Generale 26 alla Convenzione sui Diritti del Fanciullo fornendo indicazioni che richiedono ai paesi membri di cambiare prassi, politiche e leggi per conformarsi alla Convenzione dell’ONU sui Diritti del Fanciullo.
Ciò impone il “severo obbligo” a tutti i Paesi che ne fanno parte (la Convenzione è legalmente vincolante per i paesi membri), di prevenire le implicazioni psicosociali dell’esposizione di minori alla violenza su animali per cui:

I bambini devono essere protetti da ogni forma di violenza fisica e psicologica e dall’esposizione alla violenza, come la violenza domestica o la violenza inflitta ad animali.

Questo perché l’esposizione dei minori alla violenza su animali, inclusa quella a scopo ludico, pensiamo a circhi, corride, palii, etc. diventa essa stessa una forma di violenza sul minore.

In Italia il 6 settembre 2023, all’unanimità, è stata votata alla Camera dei Deputati la Proposta di Legge sul bullismo e cyber bullismo, a prima firma dell’onorevole Davis Dori, per cui per la prima volta si contempla il maltrattamento e/o uccisione di animali fra le più gravi forme di pregiudizio, e quindi compromissione della crescita, per i minorenni che vi assistono o le agiscono.

Viviamo ormai in un’epoca in cui l’aumento della violenza interpersonale è ritenuto uno dei fenomeni più allarmanti e in continua crescita, è fondamentale educare all’empatia, all’ascolto dell’altro e del suo dolore, educare alla non violenza. La desensibilizzazione e la deresponsabilizzazione, sono meccanismi che non permettono ai giovani di sperimentare l’empatia nei confronti dell’altro e per l’altro. Altro umano o animale che sia.

Costruire una cultura di effettivo rispetto della vita degli animali, davvero inclusiva per tutti e di pace, passa per una strada molto lunga. Enpa continuerà il lavoro a tutela degli animali anche nelle commissioni cinema, avendo uno strumento in più per contrastare i contenuti violenti sugli animali, dannosi per la crescita personale e di conseguenza con pericolose implicazioni sociali.

Il ruolo dell’ Enpa nella tutela degli animali nel cinema, non si limita solo alla presenza di propri rappresentanti nelle commissioni del Ministero della Cultura: in diverse occasioni grazie a specifici protocolli di intesa, gli esperti e i veterinari dell’Enpa hanno supervisionato il rispetto del benessere degli animali impiegati sui set cinematografici, esprimendo pareri vincolanti in tempo reale, pretendendo pause della lavorazione (se ad esempio l’animale impiegato appare troppo stressato) o chiedendo la sostituzione dell’animale individuato, qualora il soggetto dovesse rivelarsi inadatto.

Info: www.enpa.it

#IoNonTiAbbandono

Campagna 2025 #IoNonTiAbbandono
-Segnalaci Casi Sospetti-

Partita la Campagna 2025 #IoNonTiAbbandono. Il Partito Animalista Italiano con il suo ufficio legale, guidato dal presidente avv. Cristiano Ceriello, ha avviato la Campagna che mira ad ottenere segnalazioni, anche anonime, su abbandoni e maltrattamenti sui più deboli della nostra società. Come? Basta Compilare il Forum anche in forma anonima.

* Ideale però darci una mail (potete anche crearne una per il caso) al fine di essere ricontattati per maggiori chiarimenti.

** Maggiori sono i dettagli che ci fornirete, più semplice sarà poter sapere come e dove intervenire.

Ulteriori informazioni sul sito del partito animalista italiano www.partitoanimalista.org

Dal 1 luglio 2025 è reato legare un cane alla catena

Finalmente, l’uso antico di tenere i cani legati in catene è considerato inaccettabile dalla stragrande maggioranza dei cittadini, ma fino a questo momento la normativa non era uniforme: si è andati avanti a colpi di deroghe regionali e locali, che ammettevano ancora questa pratica, giustificandola per varie ragioni. Ora con l’entrata in vigore dal 1° luglio 2025, della Legge 6 giugno 2025, n. 82, si stabilisce un divieto totale e valido su tutto il territorio nazionale di tenere i cani legati alla catena, senza eccezioni, fatte salve alcune situazioni particolari da valutare caso per caso, comunque per esigenze sanitarie o di sicurezza, comprovate da un veterinario e dalle autorità preposte.

La nuova norma in vigore dal 1° luglio 2025 è chiarissima: d’ora in poi, in base all’art. 10, è espressamente vietato tenere i cani legati alla catena «o a qualsiasi altro strumento di contenzione che ne limiti la libertà di movimento in modo continuativo». Il divieto non riguarda soltanto i cani, ma più in generale tutti gli animali d’affezione, si applica anche a chi è «detentore temporaneo» dell’animale, anziché proprietario effettivo.

E’ anche una riforma culturale oltreché giuridica, che si attendeva da molto tempo, per cambiare il modo in cui l’uomo si relaziona con gli animali, finalmente considerati non più “oggetti”, bensì esseri senzienti”, capaci di provare sentimenti e sofferenze, diventando soggetti meritevoli di tutela da parte della legge.

Importanti sanzioni amministrative sono state introdotte, come ad esempio, per chi tenga il proprio cane legato alla catena:  multe comprese tra  500 e 5.000 euro per ciascun esemplare.

Potrà essere sanzionato anche un singolo episodio isolato, senza dover dimostrare come nel passato, sofferenze prolungate inflitte all’animale o limitazioni eccessive nei movimenti dovute ad una catena troppo corta. Sono state inasprite anche le pene per il maltrattamento di cani o di altri animali rafforzando la tutela ad ampio raggio.

Nei casi più gravi tenere un cane legato alla catena non costituisce più un illecito amministrativo, ora diventa reato di maltrattamento degli animali: punito con la reclusione fino a 2 anni con multe da 5.000 a 30.000 euro.

La detenzione del cane alla catena, soprattutto se avviene per lunghi periodi, è considerata una forma di maltrattamento che lede il benessere fisico e psicologico dell’animale, provocandogli sofferenze, quindi, diventa punibile penalmente.

Se l’animale dovesse morire, il responsabile incorre nel reato di uccisione, che prevede da 6 mesi a 4 anni di reclusione e multe fino a 60.000 euro, che raddoppiano nel caso di sevizie. Tutte le pene introdotte dalla nuova legge, potranno essere aumentate fino a un terzo se i fatti sono commessi in presenza di minori, coinvolgono più animali o vengono diffusi online (ad esempio, con alcuni video pubblicati sui social).

Tutti questi reati contro gli animali sono procedibili d’ufficio, quindi, potranno essere perseguiti direttamente dalle autorità, senza il bisogno di una denuncia o di una querela promossa da privati. Sempre meglio, fare una segnalazione o un esposto agli organi preposti, in modo da attivare il più presto possibile, gli interventi a tutela dell’animale che soffre.

Le segnalazioni dei cittadini di cani tenuti alla catena o di altri casi di maltrattamento di animali sono fondamentali per poter individuare i trasgressori: l’onorevole Brambilla che ha proposto la legge, ha sottolineato l’importanza della vigilanza civile oltre all’azione delle forze dell’ordine, affermando più volte: “Bisogna segnalare, segnalare, segnalare”.

L’auspicio della parlamentare, si affida alla corretta ed efficace applicazione delle nuove norme: “Grazie alla sensibilità degli italiani, questi reati non passeranno più sotto silenzio”.

Dal 1 luglio 2025, permanendo il divieto assoluto, chiunque di noi dovesse vedere un cane legato alla catena, potrà scattare alcune foto o realizzare dei video che mostrino chiaramente il cane legato e le condizioni precarie in cui si trova ( assenza di cibo ed acqua, esposizione prolungata al sole o alle intemperie, stato di abbandono e di incuria, igiene precaria, etc.) segnalando il più presto possibile il fatto alle autorità competenti (Polizia Locale, Carabinieri Forestali, servizio veterinario dell’ASL territorialmente competente). Si potrà anche presentare un esposto denuncia individuale per tali fatti, allegando le prove raccolte.

Importante: giusto documentare con fotografie e filmati, ma sempre da un luogo pubblico o quantomeno  visibile dall’esterno (dalla strada, da un marciapiede, dalla finestra di casa), mai introdursi fisicamente in ambienti privati altrui, perché si potrebbe incorrere nel reato di violazione della privacy o in altri reati, quali la violazione di domicilio. Ad esempio, è consentito scattare foto di un giardino privato, purché l’animale tenuto alla catena sia visibile dall’esterno del giardino stesso.

“senontiportononparto” campagna della Polizia di stato contro l’abbandono degli animali

La valigia è simbolo di vacanza, un viaggio al mare o in montagna, la visita di una città alla scoperta di patrimoni storico-artistici. Un peso che molte persone amano portarsi dietro per ciò che di bello e spensierato rappresenta. Poi ci sono quelli che per andare leggeri in viaggio, lasciano ai bordi della strada ciò che è divenuto improvvisamente un “peso”. L’abbandono degli animali d’affezione si ripete ogni anno e con maggiore frequenza durante i mesi estivi. La Polizia di Stato è impegnata nel prevenire e contrastare questo fenomeno triste e indegno con la campagna #senontiportononparto che prende il via con il primo esodo da bollino rosso sulla rete autostradale previsto nel prossimo fine settimana. L’abbandono di animali è un reato: “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro”. Le strutture turistiche che accolgono noi e i nostri migliori amici sono sempre più numerose sia in Italia che all’estero mentre chi è impossibilitato a viaggiare in compagnia, può decidere di lasciarli nelle tante pensioni per animali pronte a ospitarli su tutto il territorio nazionale. La Polizia stradale ricorda a chi sceglie di viaggiare in auto con il proprio animale di tenerlo nelle apposite gabbie e contenitori o nel vano posteriore avendo cura di separarlo con una barriera dal resto dell’abitacolo. È opportuno infine fare numerose soste, tenere l’animale all’ombra e dargli spesso da bere. Se durante i vostri viaggi, vi capitasse di vedere un cane abbandonato o qualcuno che lo stesse abbandonando non esitate a chiamare il Numero unico europeo di emergenza 1.1.2 o il numero 113 di soccorso pubblico d’emergenza della Polizia di Stato. Ogni animale domestico lasciato in strada, può diventare dolorosamente causa di sinistri stradali anche mortali. Ricordate #senontiportononparto e buone vacanze a tutti.

(Dal sito della Polizia di stato, autore Leonardo Bruno).

Rapporto Eurispes 2025:animali e ambiente

In 4 case su 10 c’è un pet. Oltre la metà dei proprietari sostengono una spesa mensile tra i 31 e i 100 euro, con dati in aumento nel tempo. Inizia a diffondersi l’uso di assicurare i propri animali. L’amore per gli animali è confermato dalla larghissima maggioranza di italiani contrari alla vivisezione, alla caccia, alle pellicce e al loro uso nei circhi, ma anche all’abbattimento quando sono in sovrannumero

Secondo i dati dell’Eurispes, gli animali domestici sono sempre più presenti nelle case degli italiani. Nel 2025 sono il 40,5% degli italiani a dichiarare di accogliere un animale (+3,2% rispetto al 2024): cani e gatti in egual misura (37%).

Il budget complessivo di spesa mensile per più della metà dei proprietari va dai 31 ai 100 euro. Osservando i dati in serie storica emerge che la tendenza è comunque a spendere sempre di più.

Si spende soprattutto per l’alimentazione (il 51% dei proprietari in media meno di 50 euro al mese) e le spese mediche (il 40% tra i 31 e 100 euro al mese). Quasi un quarto dei proprietari ha rinunciato a prendere altri animali a causa dei costi economici e, per lo stesso motivo, uno su dieci è stato costretto a dare via il proprio animale domestico.

Aderire ad un’assicurazione sanitaria (15,5%) o una per la tutela legale e la responsabilità civile (16%) è forse una tendenza che sta iniziando a diffondersi.

Per quanto riguarda i temi ambientali, gli italiani sono contrari alla vivisezione (78,7%), alla caccia (68,3%), all’uso delle pellicce (79,4%), agli animali nei circhi (76%) e agli allevamenti intensivi per uso alimentare (71,4%). Le percentuali diminuiscono, ma sono sempre molto sopra il 50%, per quanto riguarda l’abbattimento di animali in sovrannumero rispetto alla sostenibilità del territorio in aree extraurbane (66% contrari) o in sovrannumero vicino o all’interno di aree urbane (60,1%). Mentre l’abbattimento di animali potenzialmente pericolosi per l’uomo se si avvicinano alle aree abitate, i contrari sono in numero inferiore (54,7%).

Rapporto Assalco 2024

La XVII edizione del Rapporto Assalco-Zoomark evidenzia come, nonostante il momento difficile, i proprietari si impegnino per alimentare correttamente i propri animali da compagnia

 In Italia sono presenti quasi 20 milioni di cani e gatti che – insieme a conigli, uccellini, pesciolini e tartarughe – costituiscono i 65 milioni di animali d’affezione che vivono nelle nostre case.
Nel 2023 il pet food ha sviluppato nel mercato italiano un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro. Anche il mercato degli alimenti per cani e gatti, alla stregua della maggior parte delle categorie del Largo Consumo Confezionato è stata oggetto di un’importante dinamica inflattiva che ha generato un incremento di fatturato pari al +13,4%. In termini di volumi, sono state 673 mila le tonnellate vendute, stabili rispetto all’anno precedente.
Nel 2023 il Pet Food si conferma un mercato resiliente” commenta Giorgio Massoni, Presidente di Assalco. “Questo risultato conferma l’attenzione che i proprietari riservano ai loro pet, compagni di vita”.

La XVII edizione del Rapporto Assalco-Zoomark, realizzato annualmente da Assalco per documentare l’evoluzione del mercato del pet food e del pet care e l’importanza degli animali da compagnia in famiglia e in società, è stata presentata oggi in occasione del Press Lunch di Zoomark per fornire anticipazioni relativamente alla manifestazione che si terrà a Bologna dal 5 al 7 maggio 2025.
Zoomark è uno dei gioielli di famiglia di BolognaFiere. Da oltre 20 edizioni accompagna la crescita della pet industry, interpretando i bisogni del mercato e anticipandone le tendenze” sottolinea Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere.

I GATTI LA FANNO DA PADRONE
prodotti per gatto rappresentano il 55,3% del valore complessivo, con un fatturato di poco più di 1.663 milioni di euro. Gli alimenti per cane rappresentano invece il 44,7% del mercato totale, ovvero oltre 1.344 milioni di euro.
Sul totale mercato, il segmento degli alimenti umidi si conferma il più importante: registra 1.467 milioni di euro circa che equivalgono al 54,4% di quota sul totale mercato. L’incremento del fatturato del segmento (+13,4%) è accompagnato anche da un aumento a volume (+1,1%). Il segmento degli alimenti secchi, invece, ha sviluppato 1.227 milioni di euro (+ 13,4% in valore) e si ritaglia il 40,8% di quota.

CRESCONO ANCHE GLI ALIMENTI PER GLI ALTRI ANIMALI DA COMPAGNIA
Secondo le stime Euromonitor, in Italia sono presenti quasi 30 milioni di pesci, poco meno di 13 milioni di uccelli e più di 3 milioni tra piccoli mammiferi e rettili. Nel 2023 il mercato degli alimenti per questi animali da compagnia è cresciuto a valore del 5,8%, sviluppando un fatturato di 14 milioni di euro presso la Grande Distribuzione Organizzata.
Il segmento principale si conferma quello degli alimenti per uccelli che copre quasi il 45% del valore, mentre gli alimenti per roditori, al secondo posto, rappresentano il 34% del totale.

NEL PET CARE CONTINUA LA PREDOMINANZA DEI PRODOTTI PER L’IGIENE
Nel 2023 si riscontra un andamento positivo anche per quanto riguarda il mercato dei prodotti per l’igiene, i giochi e l’accessoristica, ovvero guinzagli, cucce, ciotole, gabbie, voliere, acquari, tartarughiere e utensileria varia. Nel canale GDO il segmento vale 85 milioni di euro, con il fatturato in crescita del 6%.
A trainare questo mercato è il segmento dell’igiene (tappetini assorbenti igienici, salviette, shampoo, spazzole, deodoranti, prodotti per la cura e la bellezza), che vale oltre il 51% del segmento.

Le lettiere per gatto, rilevate a parte, costituiscono la più importante categoria non food nel canale GDO. Nel 2023 questo mercato raggiunge i 100 milioni di euro, con un trend positivo a valore del +14%.

2023: ULTERIORI SFIDE PER GLI ACQUIRENTI
Il 2023 è stato sicuramente un anno di sfide per il Largo Consumo in Italia: i principali eventi che lo hanno influenzato riguardano sicuramente l’inflazione, i prezzi all’offerta, infatti, sono aumentati del 9,7% e hanno eroso il potere d’acquisto delle famiglie italiane. La crisi energetica, così come i conflitti in corso, hanno altresì contribuito al fenomeno del rincaro generalizzato dei beni di Largo Consumo.

RIDUZIONE DELL’ALIQUOTA IVA SUGLI ALIMENTI PER CANI E GATTI: UNA QUESTIONE DI CIVILTÀ
La congiuntura economica attuale ha comportato per numerose famiglie la necessità di prestare molta attenzione alle spese. Per quanto riguarda i pet, permane per le famiglie la gravosa applicazione agli alimenti per cani e gatti e alle loro cure dell’aliquota IVA del 22%, usualmente attribuita a prodotti e servizi non essenziali, che assimila il pet food e le visite veterinarie ad un lusso. La richiesta di riduzione dell’aliquota IVA al 10%, sostenuta coralmente da Associazioni Animaliste e dei consumatori, dalle principali Associazioni veterinarie nonché dal mondo industriale, è pertanto una questione di civiltà, in linea con la normativa europea che indica i prodotti alimentari per animali tra quelli a cui è possibile applicare le aliquote agevolate.

Convivere con un pet comporta responsabilità” – afferma il Presidente Massoni. “I proprietari desiderano fornire un’alimentazione equilibrata e nutriente, prendersi cura della salute dei propri animali da compagnia, educarli alla convivenza e al rispetto degli spazi comuni. È quindi necessario l’acquisto di prodotti d’uso quotidiano, oltre ad alcune spese, che incidono sul bilancio familiare. In Germania, ad esempio, in considerazione della quotidianità d’utilizzo del pet food, allo stesso viene applicata un’aliquota IVA ridotta, pari al 7%. Significa che gli italiani sugli stessi prodotti sono gravati da un’imposta sul valore aggiunto 3 volte superiore, pari al 22%. La riduzione dell’aliquota IVA sugli alimenti per cani e gatti e sulle prestazioni veterinarie al 10% potrebbe influire sul numero di abbandoni e cessioni, un atto deprecabile ma che sempre più spesso è causato da motivazioni economiche.